Bastan poche briciole…

Avevo cinque anni, ancora non sapevo leggere, guardavo le immagini di un libro disegnato e a corredo aveva il disco 33 giri… “Il Libro della Giungla” lo stereo Hi-Fi con il piatto era in uno stanzino, un studiolo dove c’era una poltrona.

Il suono della puntina sul piatto era come sentire l’odore del cibo preferito quando viene cucinato e lo senti da fuori, annunciava un viaggio nell’immaginario, una storia la cui essenza era costituita di immagini e suoni.

Ricordo vivida l’emozione che provavo quando il suono della puntina sul vinile mi giungeva all’ombelico, l’emozione che si prova prima di partire per una spedizione esplorativa, un viaggio,  simile a quella che si può provare in adolescenza quando si sta per incontrare la ragazzina amata, ascoltando seguivo i suoni, le musiche, le immagini, le sensazioni, tutto diventava vissuto.

Era un divenire continuo suscitato dalla musica… le emozioni cambiavano, si modulavano, ora tristezza, ora paura, dispiacere, dolore… arrivava poi una musica lenitiva…

Bastan poche briciole, lo stretto indispensabile” la musica mi sosteneva poi suscitava altre sensazioni, le emozioni si trasformavano…gioia, speranza, dispiacere, rabbia, serenità, nostalgia… questi suoni, immagini e musiche costituivano per me un luogo nel quale potevo fare l’esperienza della “trasformazione”.